Hoc tibi soli putas accidisse et admiraris quasi rem novam
quod peregrinatione tam longa et tot locorum varietatibus non
discussisti tristitiam gravitatemque mentis? Animum debes mutare, non
caelum. [...] Quid terrarum iuvare novitas potest? quid
cognitio urbium aut locorum? in irritum cedit ista iactatio. Quaeris
quare te fuga ista non adiuvet? tecum fugis. Onus animi deponendum est:
non ante tibi ullus placebit locus.
Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, XXVIII
Credi che
questo sia successo solo a te e ti stupisci come se fosse una cosa
strana che con un girare così a lungo e con tanta varietà di posti non
sei riuscito a scuotere via la tristezza e il peso dell’anima? Devi
cambiare il tuo cuore, non cambiare aria. [...] A che può servire andare
in terre mai viste? a che l’aver visitato città e paesi? questo
sbattersi di qua e di là finisce con l’essere del tutto inutile. Ti
chiedi perché questa fuga non ti aiuti? È che fuggi portandoti dietro te
stesso. Bisogna liberarsi del fardello che si ha nel cuore: prima di
allora, nessun posto riuscirà a piacerti.
(traduzione mia)