Come molte altre persone (credo,
spero) ho seguito diligentemente la diretta TV dell’inaugurazione di Expo 2015.
Come molte altre persone (da Selvaggia Lucarelli in su...) scrivo qui le mie
impressioni, consapevole che saranno destinate a perdersi nel web.
Dunque. Innanzitutto non ho capito come mai, mentre
Sky offriva servizi e immagini in diretta ben prima dell’apertura dei cancelli,
la RAI proponesse nel frattempo mielose rubriche di vario tipo. Ma vabbè. Poi
non ho capito perché le telecamere RAI, dopo che finalmente si era collegata,
continuassero a sparare primi piani delle varie Santanché, Boschi, Gelmini e
quant’altro invece di offrire in campo lungo un’idea dell’area interessata e
della quantità di persone presenti. Persone presenti che, invece di “guardare”
ciò a cui partecipavano, erano ben più interessate a “farsi guardare”. Poi ho
ricevuto un’impressione pessima dall’atmosfera di disordine, indifferenza, caso
e caos che sembrava imperare. Poi ancora ho trovato deprimenti le immagini della
bandiera italiana che si alzava su uno sfondo di cavi e tralicci (ma il regista
chi era? Topo Gigio?) Infine non ho proprio accettato che l’inno nazionale
venisse storpiato (“stringiamoci a coorte, siam pronti alla VITA”): capisco che
possa sembrare più bello inneggiare alla vita piuttosto che alla morte, ma un
inno nazionale NON si storpia; nessuno mai in America, Francia o Germania
oserebbe cambiare in una cerimonia ufficiale le parole dell’inno. Una
profanazione.
Però, però... mi è piaciuto il
discorso di Renzi (accidenti quanto mi costa ammetterlo...): un Paese, l’Italia,
che ha avuto un “vertiginoso passato”...
Soprattutto mi è piaciuto il
discorso del Papa: chiaro, breve, efficace, pregnante. Quante cose non dette ma
lasciate chiaramente intuire... Già, perché mentre noi stiamo qua a spendere
milioni di euro in una expo-fiera-circo sull’alimentazione nel mondo, nel mondo
c’è chi davvero, ancora, muore di fame, anche se non riusciamo a rendercene
conto, anche se sembra solo retorica il ricordarlo. Sono quei volti, quei volti,
l’unica cosa che ha importanza.
Ogni settimana, più o meno,
svuoto il frigo di quel che non è più proponibile: pomodori dalla dubbia consistenza,
vitello tonnato ammuffito, wurstel ammosciati, yogurt scaduti di quelli che “non
ne avevo voglia”...